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A metà febbraio del 1954 usciva sulla Gazzetta di Parma un'intera pagina, con foto e interviste, dedicata alla lavorazione del film Donne e soldati con la regia dei parmigiani Antonio Marchi e Luigi Malerba.
Il foto-racconto era stato realizzato dal giovane Giorgio Torelli che diventerà uno dei più importanti giornalisti italiani. Le riprese del film, iniziate a gennaio negli interni del castello di Montechiarugolo, si erano trasferite al castello di Torrechiara e nelle campagne circostanti. La lavorazione stava suscitando grande interesse e partecipazione a Parma e provincia, numerosi i parmigiani coinvolti come comparse o figuranti. Torrechiara vedeva il ritorno del cinema dopo le riprese effettuate nel 1937 da Trenker per il film I condottieri. L'inviato Torelli intervistava la già nota Marcella Mariani, Miss Italia del 1953 e reduce dalla lavorazione di Senso di Luchino Visconti.
Alcuni mesi prima, nella primavera del 1953, il trentenne Antonio Marchi, che già aveva realizzato una decina di documentari per la Cittadella Film, maturava l'idea del passaggio al lungometraggio. Iniziò pertanto a scrivere con l'amico Luigi Malerba la sceneggiatura per un film di ambientazione medievale da un'idea dello stesso Malerba, che in quel periodo si stava affermando come valente sceneggiatore lavorando con Lattuada e altri registi. Marchi e Malerba lavorarono alla sceneggiatura del film coinvolgendo per la produzione e l'organizzazione un giovane milanese, Marco Ferreri, che nel decennio successivo diventerà un famoso regista. Ferreri introdurrà i due giovani registi alla S.I.C. Cinematografica, una casa di produzione indipendente, diretta da Luciana Momigliano, che produrrà il film. Alla sceneggiatura definitiva misero mano sia la Momigliano che Riccardo Ghione, ma anche Attilio Bertolucci per la revisione di alcune scene. Le location medievali di Montechiarugolo e Torrechiara si rivelarono perfette per l'ambientazione storica della vicenda raccontata: attorno al 1400 un esercito invasore tedesco dopo un fallito attacco prende d'assedio il Castello di Torrechiara. La fame, l'inverno rigido e i numerosi stenti patiti sia dagli assediati che dagli assedianti a causa dei due malvagi e inetti comandanti, entrambi favorevoli ad una guerra ad oltranza, spingono le donne del castello a stringere rapporti, anche affettivi, con i tedeschi invasori. Quando i capi dei due opposti schieramenti riprendono le ostilità, si ritroveranno da soli a combattere, a scontrarsi ed entrambi a perire.
Molto netta la presa di posizione antimilitarista e a volte carica di ironia dei due autori, è altrettanto chiara l'allusione alle vicende storiche che in Italia e in Europa si erano vissute qualche anno prima nel corso della guerra.
Il film prodotto con un piccolo budget, si avvalse dell'interpretazione dello stesso Marco Ferreri, di Marcella Mariani, Sandro Somarè e Gaia Servadio. Oltre che a parecchie comparse e figuranti locali, per la pellicola furono scritturati una decina di attori non professionisti ingaggiati in Alto Adige. In una intervista del 1999, Antonio Marchi ricordava con grande nostalgia i mesi della preparazione e delle riprese, e raccontò dell'intraprendenza e della fantasia organizzativa di Ferreri, come il viaggio fatto nell'estate del 1953 a Sarentino, una vallata in provincia di Bolzano, per scritturare comparse altoatesine che parlavano praticamente solo il tedesco per assegnare loro i ruoli dei lanzichenecchi. O come le frequenti visite al macello cittadino per acquistare cavalli, necessari alle riprese, diversamente destinati alla mattanza. Per il cast tecnico, che visto oggi appare di assoluto livello, furono scelti Gianni Di Venanzo per la fotografia, che diventerà il più importante direttore della fotografia italiano lavorando con Fellini e Antonioni, Teo Usuelli per la musica che collaborerà stabilmente con Ferreri, per il montaggio Eraldo Da Roma e come arredatore e costumista il parmigiano Maurizio Chiari. Nonostante l'originalità del soggetto che prevedeva i dialoghi in dialetto parmigiano per gli assediati e un tedesco maccheronico per i soldati lanzichenecchi, la produzione purtroppo scelse in fase di montaggio di doppiare tutti i personaggi.

Donne e soldati fu presentato al festival di Bruxelles nel 1955 alla presenza della protagonista Marcella Mariani che morì tragicamente nello schianto dell'aereo che la riportava in Italia. Fu proiettato a Parma, al cinema Ducale, nel giugno del 1955. Il film per scelte produttive e distributive sbagliate, si fece una nomea di opera sfortunata, ebbe scarsa attenzione e visibilità e ben presto dimenticato.
II grande Mario Monicelli dichiarò molti anni dopo che l'idea di realizzare L'armata Brancaleone gli venne dalla visione e dall'ascolto in moviola di Donne e soldati che Malerba e Marchi stavano montando a Roma in uno studio vicino al suo.
Primo Giroldini

Palazzo Marchi – Strada Repubblica, 57

Donne e soldati

di Antonio Marchi e Luigi Malerba

 

Sabato 9 novembre inaugurazione:
alle 17.00 apertura della mostra - alle 18.00 proiezione del film nella versione restaurata

Orari dal 10 novembre 2024 al 6 gennaio 2025: sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 18.00

BIGLIETTI (il biglietto include la collezione d'arte permanente, il San Rocco di Parmigianino e la mostra temporanea)

Intero: 7€

Ridotto: 6€

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